Cos'è il Counseling? Stampa

 

Counseling è espressione di derivazione anglosassone di difficile traduzione nella lingua italiana, in quanto mutuata da un tipo di intervento professionale sorto nei primi anni del Novecento negli Stati Uniti e in Inghilterra , diffusosi in molti altri paesi europei, compresa l'Italia, negli anni 90, che richiede competenze comunicative, abilità interpersonali e relazionali, diverse da quelle psicoterapeutiche perché l'intervento in ordine alla relazione d'aiuto, sia efficace,(vedi differenze tra psicoterapia e counseling nel contesto italiano. Si consiglia di leggere l'articolo "Counseling_Psicoterapia-Therapeia:linguistica e ordine del discorso," dove viene rappresentata con estrama chiarezza la situazione italiana, unica nel mondo  riguardo sia alla concettualizzazione di questi termini, sia ovviamente alla diversa declinazione delle professionalità cui essi si riferiscono)

Detta locuzione può essere scritta indifferentemente con una l o con due l, secondo se si privilegia nel primo caso l'inglese americano, e nel secondo, il britannico.

Si precisa che nei paesi anglosassoni, dove il counseling è sorto, a differenza dell'Italia, la terapia familiare viene svolta principalmente da socialworker e da psichiatri, che si sono allontanati dalla psichiatria medicalizzante.

Inoltre altri professionisti esperti di scienze umane, adeguatamente formati praticano terapia familiare, per cui non esiste una vera distinzione tra psicoterapia e counselling: la distinzione oscilla fra i due versanti e alla fine si definisce in ordine alla professionalità e alla formazione dell'operatore.

Il counselor (consulente) esperto nel counseling è un professionista competente nella cosiddetta relazione d'aiuto, che svolge un' attività volta ad orientare e sostenere, il cliente che vive una situazione di disagio relazionale e/o esistenziale, utilizzando le sue stesse risorse, al fine di promuoverne e migliorarne la capacità a trovare soluzioni creative, per meglio affrontare momenti di crisi,di transizione, tipici di alcuni cicli vitali dell'esistenza (lutti, separazioni,vecchiaia, conflitti del singolo o di coppia,  crisi adolescenziali ecc...).

Le competenze , sono strutturate in un contesto professionale ben diverso da interventi amicali o solidaristici, esse si differenziano secondo l'approccio che può essere sistemico, rogersiano, gestaltico, transazionale ecc...

Il setting si definisce attraverso una negoziazione con il cliente, diretta a chiarire la natura dell'intervento, il metodo utilizzato, la durata, almeno orientativamente, e i costi.

E' un intervento, in genere breve, secondo i casi,diretto ad attivare strategie per il cambiamento, deve essere agito da professionisti che abbiano seguito un percorso formativo(training)presso scuole accreditate e che seguono percorsi di verifica e di supervisione.

L'approccio attinente a  questo contesto di counseling è quello sistemico relazionale fondato cioè sulla prospettiva relazionale.Che significa? Fornirò di seguito, in tal senso , solo alcune indicazioni di massima , utili  a comprendere in quale contesto ci troviamo.

La premessa introduttiva è la seguente:  sintomi, difese, struttura del carattere e della personalità sono solo attributi che descrivono interazioni idiosincratiche dell'individuo che si manifestano in risposta ad un particolare contesto interpersonale.. L'io cioè, non è nella pelle delle persone, bensì nella relazione, che è originaria del nostro essere nel mondo, contrasssegnato,  ineludibilmente,  da un con-essere con l'altro.

Riporterò per intero il seguente passo di G. Bateson,  perchè ritengo  possa più esaustivamente chiarire  l'orizzonte di senso di questa prospettiva:"L'epistemologia convenzionale che noi chiamiamo "normalità", esita a rendersi conto che le "proprietà sono solo differenze e che esistono solo nel contesto, solo nella relazione.Noi astraiamo dalla relazione e dalle esperienze di interazione per creare" oggetti" e dotarli di caratteristiche. Allo stesso modo esitiamo ad ammettere che il nostro carattere è reale solo nella relazione. Noi astraiamo dalle esperienze di interazione e di differenza per dar vita a un "self "che dovrà continuare (dovrà essere "reale" o "cosale" )anche al di fuori della relazione.(G. Bateson,, 1976,Trad ital. "Prefazione .Un approccio formale a idee esplicite, implicite e concretizzate e alle loro forme di interazione", in Sluzki, C.E. Ransom, D.C., a cura di Il doppio legame.La genesi dell'approccio relazionale allo studio della famiglia, Astrolabio, Roma 1979, pag.18).

Questa prospettiva comporta una visione complessa delle relazioni, per cui, esclude , come accade  in alcune scienze del comportamento che le cause siano linearmente correlate ai loro effetti e cioè che l'evento B accade perchè è accaduto precedentemente l'evento A.. Fuor di metafora si elencano alcune situazioni  al fine di esemplificare meglio quest'approccio epistemologico.

a)lo stesso comportamento in due persone può scaturire da cause interazionali assolutamente diverse. Viceversa, cause diverse possono produrre risultati simili:ad es due diversi contesti familiari, fondati su livelli interazionali diversi possono produrre un figlio deviante;

b)il comportamento è multideterminato, cioè l'essere umano, in particolare un bambino , è esposto ad una serie di contesti di apprendimento, che tutti insieme contribuiscono a definirne condotte e comportamenti;

c) situazioni di stress dipendenti da pressioni esterne alla famiglia, possono rinforzare processi familiari devastanti per lo sviluppo del bambino, al punto di alterare , le dinamiche familiari anche in assenza delle suddette pressioni;

d) in contesti familiari difficili , ad alta conflittualità, per intenderci, a volte per un bambino la presenza di alcune variabili , può attutirne le ripercussioni distruttive: basti pensare, che nella vita di questo ipotetico bambino  sia presente in senso protettivao ed affettivo per esempio,  un maestro  o un parente . Altri bambini meno fortunati, viceversa , non possono avvantaggiarsi di una simile opportunità, per cui, per loro le conseguenze, verosimilamente, saranno diverse e non sempre positive ;

e)infine , è da considerare la presenza di variabili attinenti i fattori costituzionali, anche se i medesimi  devono essere contestualizzati alle singole storie di ciascuno, altrimenti si rischia di ricadere in una visione parziale e lineare dei problemi.

Chi volesse approfondire , questi temi appena introdotti e quindi accostarsi, perchè sollecitato prima di tutto  a livello estetico (perchè sente risuonare qualcosa nel suo emisfero destro , quello psicotico, emotivo, intuitivo...)a meglio conoscere  l'approccio sistemico, potrà dedicarsi alla lettura dell'articolo:, di seguito indicato.

 La relazione e l'approccio sistemico costruzionista: il setting del counseling .